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Un’alternativa verde e spirituale alla Francigena ufficiale che parte da San Quirico d'Orcia e arriva a Ponte a Rigo e conduce tra i boschi del Monte Amiata, alla scoperta di sorgenti termali, borghi silenziosi e luoghi sacri. Un percorso che invita a rallentare, respirare e lasciarsi guidare dalla storia e dalla natura.

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Partenza:
Abbadia San Salvatore
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Percorribilità:
a piedi
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Lunghezza totale:
25.45 km
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Tra boschi e spiritualità: la variante amiatina verso Abbadia San Salvatore
Tra boschi e spiritualità: la variante amiatina verso Abbadia San Salvatore

Dopo la frazione di Gallina, una variante della Francigena Toscana si stacca dal tracciato ufficiale e si inoltra nei boschi tra Bagni San Filippo e Campiglia d’Orcia, salendo verso le pendici del Monte Amiata e passando vicino al delizioso borgo di Montieri. Il percorso si fa più selvaggio e montano, seguendo antiche vie medievali che conducono fino ad Abbadia San Salvatore, borgo ricco di storia e spiritualità. La salita, che inizia nei pressi della Posta di Ricorsi, è piuttosto ripida e sconnessa, ma la visita al centro storico e alla millenaria Abbazia di San Salvatore, custode per secoli della celebre Bibbia Amiatina, ripaga ampiamente dello sforzo. Da qui si scende dolcemente verso la Val di Paglia, fino a ricollegarsi al percorso principale nei pressi di Ponte a Rigo.

Questa variante rappresenta un'alternativa suggestiva e immersiva tra i boschi e la memoria spirituale dell’Amiata.

natura
Bagni San Filippo, natura e benessere sulle pendici amiatine
Bagni San Filippo, natura e benessere sulle pendici amiatine

Immerso nei boschi del Monte Amiata, Bagni San Filippo è un piccolo borgo celebre per le sue sorgenti termali naturali che sgorgano anche a 48°C. Le acque calde, ricche di minerali, hanno modellato il paesaggio creando cascate calcaree, vasche naturali e formazioni spettacolari come la famosa “Balena Bianca”, blocco naturalmente scolpito dal tempo e dai sedimenti. L’accesso è gratuito in questo luogo perfetto per immergersi in un’atmosfera rilassante e circondarsi di verde. I fanghi termali naturali sul fondo delle vasche sono noti per le loro proprietà benefiche.

Nei pressi delle terme naturali si trova anche la Grotta di San Filippo Benizi, antico luogo di preghiera del santo, scavato nella roccia e legato alla leggenda della nascita delle sorgenti. Un luogo selvaggio, affascinante e profondamente rigenerante.

spiritualità
Abbazia di San Salvatore, cuore spirituale dell’Amiata
Abbazia di San Salvatore, cuore spirituale dell’Amiata

Fondata secondo la tradizione dal re longobardo Ratchis nel 743, nel luogo dove gli apparve Cristo su un abete bianco, l’Abbazia di San Salvatore dà il nome al borgo di Abbadia San Salvatore. Ricostruita in stile romanico intorno al 1035, fu un importante centro spirituale lungo la Via Francigena, specialmente tra il X e il XII secolo. L’interno custodisce preziose opere d’arte, tra cui un Crocifisso ligneo del XII secolo e due dipinti di Francesco Nasini.

Di grande fascino è la cripta altomedievale con 32 colonne con capitelli scolpiti. Qui fu custodita per secoli la Bibbia Amiatinala più antica copia manoscritta in latino dell’intero testo sacro. Nel chiostro, un piccolo museo raccoglie arredi liturgici, reliquiari e testimonianze della devozione popolare locale.

storia
Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore, nelle viscere della montagna
Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore, nelle viscere della montagna

Ad Abbadia San Salvatore, il Parco Museo Minerario racconta un secolo di storia del mercurio e di vita vissuta tra le gallerie del Monte Amiata. Attivo tra il 1899 e il 1972, il sito permette di esplorare spazi storici come la Torre dell’Orologio e l’ex officina meccanica, tra attrezzi da lavoro, foto d’epoca e testimonianze dei minatori. Il percorso culmina nell’ingresso alla Galleria Livello VII, dove si scende per 250 metri a bordo dei vagoni originali: un viaggio affascinante nella memoria, tra ricostruzioni degli ambienti di lavoro e racconti di fatica, solidarietà e dignità.
Un museo coinvolgente e adatto anche ai più piccoli, che unisce storia, tecnologia e racconto umano.

sapori
Castagna del Monte Amiata IGP, il frutto dell’antico vulcano
Castagna del Monte Amiata IGP, il frutto dell’antico vulcano

Coltivata tra i 350 e i 1000 metri di altitudine, la Castagna del Monte Amiata IGP è uno dei simboli gastronomici e culturali del territorio. Favorita da suoli vulcanici e da un clima ideale, la castanicoltura qui ha radici antichissime: già nel XIV secolo gli statuti locali ne regolavano raccolta e tutela con norme rigorose. La castagna viene raccolta a mano, senza uso di fertilizzanti o fitofarmaci, e si presenta in tre varietà principali: Marrone, Bastarda Rossa e Cecio. I frutti sono grandi, dolci e profumati, ideali da gustare arrostiti, bolliti o trasformati in farina per castagnaccio e polenta dolce. La zona di produzione comprende, tra gli altri, i comuni di Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Piancastagnaio e Castiglione d’Orcia. Un prodotto antico, che racconta il legame profondo tra uomo e montagna.

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