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Dalle colline di Siena a quelle della Val d’Arbia, questa tappa della Via Francigena attraversa paesaggi unici al mondo, tra pievi, borghi circondati da mura e strade bianche che si snodano tra i campi.

Un cammino che racconta storie di pellegrini, campi arati, grani antichi da macinare e vini dal cuore toscano.

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Partenza:
Siena
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Arrivo:
Ponte d'Arbia
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Percorribilità:
a piedi, in mountain bike
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Lunghezza totale:
25,79 km
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roadbook
In cammino tra le colline ondulate della Val d’Arbia
In cammino tra le colline ondulate della Val d’Arbia

Tappa di circa 25 km immersa nei paesaggi ondulati e silenziosi della Val d’Arbia. Dopo aver lasciato alle spalle lo skyline di Siena, che accompagna i primi passi, il cammino prosegue su strade bianche senza interruzione, tra campi coltivati, basse colline e panorami che si aprono fino al profilo lontano del Monte Amiata.

Si costeggia la Grancia di Cuna, imponente fattoria fortificata un tempo proprietà dell’ospedale di Santa Maria della Scala, poi si attraversano Monteroni e la piccola località di Quinciano. Si sfiora anche il paesaggio tipico delle Crete Senesi, prima di raggiungere il borgo medievale di Lucignano d’Arbia, racchiuso dalle mura e dominato dalla pieve romanica di San Giovanni Battista. La tappa si conclude a Ponte d’Arbia, lungo il fiume omonimo, citato da Sigerico nel suo itinerario.

I punti d’acqua sono rari: disponibili solo a Cuna e Quinciano; per ristoro, è necessario deviare a Isola d’Arbia.

storia
Grancia di Cuna, tesoro rurale della Toscana medievale
Cuna, Monteroni d'Arbia
Photo ©LigaDue
Grancia di Cuna, tesoro rurale della Toscana medievale

Straordinaria testimonianza di architettura agricola, la Grancia di Cuna, con la sua inconfondibile struttura in mattoni rossi, è uno degli esempi meglio conservati di fattoria fortificata medievale in Toscana. Sorta nel XII secolo come ospedale per pellegrini lungo la Via Francigena, fu donata nel XIII secolo all’Ospedale di Santa Maria della Scala, che ne fece un centro agricolo fortificato. Nel 1314 venne costruito il grande granaio e fortificato l’intero complesso, con mura, torri, feritoie e camminamenti di ronda. La struttura si compone di due cerchie murarie: una attorno alla fattoria-fortezza, l’altra al piccolo borgo nato attorno. Saccheggiata nel 1554, fu modificata nei secoli successivi ma conserva ancora gran parte dell’impianto originario.

storia
La porta delle Crete senesi: Monteroni d’Arbia
La porta delle Crete senesi: Monteroni d’Arbia

Situata tra le dolci colline della Val d’Arbia, Monteroni d’Arbia deve il suo sviluppo al passaggio della Via Francigena, che ne ha fatto una tappa fondamentale per i pellegrini diretti a sud di Siena. Il borgo conserva ancora oggi un mulino ad acqua del XIV secolo, un tempo attivissimo centro per la macinazione del grano. Il paese rappresenta una porta d’accesso naturale al paesaggio delle Crete Senesi, dove la campagna si apre in scenari ampi e suggestivi, punteggiati da pievi romaniche e antichi poderi.

Nei dintorni sorge anche la Pieve di Corsano, dell’XI secolo, dedicata a San Giovanni Battista. Tra i prodotti tipici spiccano i salumi di cinta senese DOP, le carni della razza chianina e i vini Chianti Colli Senesi DOCG e Vin Santo, espressione autentica della tradizione contadina locale. Ogni anno, tra fine agosto e metà settembre, a Ponte a Tressa si tiene la Fiera a Tressa, evento popolare dedicato alla cucina e alle tradizioni delle Terre di Siena.

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Un bianco dal cuore toscano, il Val d’Arbia DOC
Vino bianco toscano
Un bianco dal cuore toscano, il Val d’Arbia DOC

Il Val d’Arbia DOC è un vino bianco moderno ma dalle radici antiche, erede del tradizionale Chianti bianco. Prodotto con uve Trebbiano toscano, Malvasia del Chianti e una quota di Chardonnay, si estende tra le colline del Chianti Senese e del Chianti Classico, in un territorio ricco di storia, teatro della celebre battaglia del 1260 tra senesi e fiorentini, ricordata da Dante. Di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, ha profumo delicato e una gradazione minima di 10,5°. Ottimo come aperitivo o in abbinamento a minestre, verdure e carni bianche. Esiste anche nella versione Vin Santo, dal gusto dolce o secco, affinato per almeno tre anni in caratelli, ideale con dolci senesi come ricciarelli e panforte o come vino da meditazione.

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