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La prima tappa della Via Francigena entra in Toscana con un percorso ricco di paesaggi e storia.

Immerso nella bellezza appenninica, il tratto dalla Cisa a Pontremoli è caratterizzato da un cammino ritmato da boschi rigogliosi e piccoli borghi fortificati, dove il tempo sembra fermarsi per preservare le tracce di una lunga storia.

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Partenza:
Passo della Cisa
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Arrivo:
Pontremoli
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Percorribilità:
a piedi
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Lunghezza totale:
19,57 km
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roadbook
Dal valico appenninico, discesa nel panorama toscano
Dal valico appenninico, discesa nel panorama toscano

La prima tappa della Francigena Toscana inizia nei pressi del passo montano della Cisa, che permette di inoltrarsi nei bei paesaggi della Lunigiana e di costeggiare il corso del fiume Magra. Segna il varco appenninico un arco di legno che reca l’iscrizione “Porta Toscana della Francigena”. Questa prima tappa, percorribile in un tempo stimato di 5 ore, si snoda tra i sentieri che conducono al Passo del Righetto, a cui segue una ripida discesa piuttosto impegnativa dai 1.100 metri di quota ai 400 di Groppoli.

Tra paesaggi lussureggianti e tipicamente montani, a circa metà percorso si intercettano i suggestivi borghi di Groppodalosio, noto per il ponte medievale che facilitava l'attraversamento del fiume Magra per i pellegrini, Casalina e Topelecca. 

Il tragitto prosegue con salite e discese che portano al Passo della Crocetta per poi raggiungere Arzengio. Evitando tratti trafficati il percorso infine conduce nel suggestivo borgo di Pontremoli, uno dei più caratteristici della Lunigiana.

natura
La porta appenninica della Francigena a 1100 metri
La porta appenninica della Francigena a 1100 metri

Valico montano situato al confine che apre le porte della Toscana dalla Liguria. Posto a un'altitudine di circa 1.100 metri, questo luogo rappresentava storicamente un importante punto di transito per pellegrini, mercanti e viandanti, spartiacque naturale tra l’Appennino ligure e  quello tosco-emiliano. Il paesaggio che circonda il Passo della Cisa è caratterizzato da boschi floridi e una natura selvaggia, offrendo spettacolari panorami.

La Cisa è anche nota per il Santuario di Nostra Signora della Guardia, un luogo di culto che attira numerosi pellegrini ogni anno. Realizzato in stile neoromanico e neogotico agli inizi del ‘900, è intitolato alla Madonna della Guardia, patrona degli sportivi.

natura
Il Monte Cucchero, simbolo di unione e armonia
Il Monte Cucchero, simbolo di unione e armonia

Monumento naturale, emblema dell'unione tra tutti i paesi della vallata dei Nove Campanili, è un punto panoramico che offre una vista spettacolare sulle nove rocche che ritmano il territorio circostante.

Sul Monte Cucchero sorge un campanile alla cui base sono scolpiti i nomi delle località dell’unione, a simboleggiare le peculiarità distintive dei borghi della vallata, accompagnati dai loro rispettivi campanili: Cargalla, Cavezzana d’Antena, La Cisa, Gravagna Montale, Gravagna San Rocco, Montelungo, Pracchiola, Succisa e Valdantena. Un piccolo monumento di grande significato, sintesi di armonia e alleanza fra le comunità della valle, punto di riferimento anche per i pellegrini che solcano in cammino questa affascinante terra ricca di storia e natura incontaminata.  

storia
Attraversando il Ponte della Valle Oscura
Attraversando il Ponte della Valle Oscura

Affascinante esempio di architettura medievale, fu realizzato interamente in pietra nel 1594 per unire il borgo di Groppodalosio a quello di Casalina. Noto come il Ponte della Valle Oscura, prendendo il nome dalla vallata che lo circonda, si erge maestoso sopra il fiume Magra ed è stato storicamente un importante punto di attraversamento per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena.

Note distintive del Ponte di Groppodalosio sono la sua epica resistenza e il suo caratteristico arco, molto accentuato e dalla forma morbida, che sovrasta il fiume a oltre 16 metri di altezza. Immerso nella natura, è circondato da castagneti secolari e da terrazzamenti di ulivi e vigneti, coltivati dalle comunità locali.

storia
Il castello nella terra dei cento castelli
Il castello nella terra dei cento castelli

Il Castello del Piagnaro è un’imponente struttura difensiva edificata intorno all’anno Mille che domina il pittoresco borgo di Pontremoli noto per i suoi ponti sul Magra e per il labirinto in marmo conservato nella Chiesa di San Pietro. Il nome singolare del castello trae origine dalle “piagne”, lastre di pietra arenaria dal colore grigio, che tutt’oggi ne rivestono il tetto. Distrutto più volte per faide interne o per mano delle truppe imperiali, l’imponente edificio ha subito trasformazioni nel corso dei secoli e si adattò a varie funzioni. Dopo una più recente ristrutturazione, il maniero ospita dal 1975 il museo delle Statue Stele della Lunigiana.

archeologia
Lo sguardo delle Statue Stele, icone della Lunigiana
Lo sguardo delle Statue Stele, icone della Lunigiana

Altrimenti note come statue-menhir, le statue stele sono monumenti in pietra di forma antropomorfa, appartenenti al fenomeno del megalitismo. Realizzate dalle comunità che vissero in questa terra tra il IV e il I millennio a.C., 48 delle 85 statue-stele finora scoperte, sono ospitate nel Museo delle Statue Stele all’interno del Castello del Piagnaro: l’esposizione degli originali è accompagnata da strumenti multimediali per un’esperienza interattiva.

Testimonianza di una cultura millenaria, le statue arricchiscono Pontremoli e la Lunigiana di fascino e mistero. Alcune delle stele più antiche sono collocate nella sezione medievale, dove le antiche mura in pietra fanno da sfondo naturale a queste sculture preistoriche. Al piano superiore, l’impatto visivo è intensificato dalla presenza delle sette stele di Groppoli messe in risalto da un contrasto luce-oscurità che rievoca la sacralità del loro antico passato.

sapori
Il pane pontremolese nella bisaccia del viandante
4-Prodotti tipici lunigiana
Il pane pontremolese nella bisaccia del viandante

Specialità antica, profondamente radicata nella tradizione locale della Lunigiana, il pane di Pontremoli è realizzato con farina di grano tenero, farina di mais e lievito, ha una crosta dorata, spessa e croccante, che racchiude un impasto morbido e alveolato dal sapore intenso e lievemente acidulo. Questo pane era storicamente preparato nei forni a legna aggiungendo al fuoco foglie di castagno che conferiscono alle pagnotte un aroma particolare.

Ancora oggi, molti panifici di Pontremoli seguono la ricetta tradizionale, utilizzando lievitazioni lunghe e ingredienti locali. È perfetto da gustare con i salumi tipici, con l'olio di oliva della zona o accompagnato ai piatti rustici della cucina lunigianese, come il testarolo o i formaggi locali.

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