Patrono di Siena, era di origini romane, figlio di Tranquillino un nobile patrizio. Quando scoppiò la persecuzione di Diocleziano, Ansano e la sua madrina Massima, che l’aveva condotto a battesimo, vennero imprigionati. La madrina morì sotto i colpi di verga dei littori, mentre Ansano riuscì a fuggire, dirigendosi verso nord lungo la via Cassia, fino ad arrivare a Siena. Qui predicò il Vangelo e battezzò i primi cristiani meritando il titolo di "battezzatore dei Senesi". Questa sua attività di proselitismo religioso gli costò la “prova del fuoco e dell’olio bollente” dalle quali uscì miracolosamente indenne. Tuttavia, i soprusi continuarono e per ordine del proconsole Lisia fu catturato e imprigionato in una torre che, per tradizione, è stata localizzata in via San Quirico accanto alla piccola chiesa chiamata in sua memoria, Chiesa delle Carceri di Sant'Ansano. La lunga vicenda che, dopo la cattura, lo portò al martirio a Dofana, narra di pesanti e dolorose vessazioni che non riuscirono comunque a fargli rinnegare la propria fede. Venne decapitato con la spada sulle rive dell'Arbia, fuori dalla città.
Fonti: avvenire.it