Nella chiesa di Cuna a Monteroni d'Arbia, titolata ai santi Giacomo e Cristoforo, si trova un affresco di San Giacomo, sotto al quale due predelle narrano il miracolo dell'impiccato, ricordato nel secondo dei cinque libri di Compostela che componevano il Codex Calixtinus, quello titolato De miraculis sancti Iacobi.
La storia narra che verso l'anno mille, padre, madre e figlio partirono in pellegrinaggio dalla Germania per recarsi a Santiago di Compostela. Si fermarono a dormire in una locanda e la figlia del'oste si invaghì del giovane che però, rifiutò le avances della bella fanciulla. La giovane, indispettita, nascose una coppa d’argento nella borsa del giovane e al mattino seguente fece intervenire le guardie che, trovando la refurtiva, condannarono a morte il malcapitato e subito lo impiccarono. Padre e madre continuarono il loro viaggio a Compostela e dopo trentasei giorni tornarono per dare sepoltura al figlio che miracolosamente era ancora vivo. Fu lui stesso a dirgli che San Giacomo gli teneva sollevati i piedi in modo che la corda non stringesse. I genitori si recarono immediatamente dal giudice a raccontare il miracolo e chiedere che venisse staccato dalla forca, ma il notabile, che stava cenando con una gallina ed un pollo arrosto rispose che erano dei bugiardi ed aggiunse: «vostro figlio è vivo come lo sono queste bestie arrosto!». Fu a quel punto che il gallo e la gallina che erano nel vassoio si ricoprirono di piume e volarono via.
Fonte: Augusto Codogno su ilcittadinoonline.it